Il discorso è questo: un’esperienza, un gesto, un cibo, un viso entra nella nostra coscienza e poi viene rievocato dalla nostra memoria e lì rimane (ovviamente tra i vari passaggi avvengono diverse scremature).
Ecco come nasce il ricordo. La memoria è, tra le altre cose, un contenitore che pian piano si svuota lasciando andare le informazioni che vengono usate poco.
Io ho un scatola che rappresenta la memoria di un periodo della mia vita: dentro ho un diario, un quaderno di poesie, biglietti di treni e musei, foto, oggetti dimenticati, e molto altro. E così anche se i ricordi sbiadiscono pian piano, mi basta aprire la scatola per riportarli vivi dentro di me.
Potreste creare la scatola dei vostri assieme ai vostri figli: un bastoncino trovato davanti casa e inciso insieme, un sasso dipinto, dei semi raccolti, un vostro piccolo diario di parole e uno suo di disegni, ecc. Potreste scrivere delle lettere e inviarle a voi nel futuro. Potreste farlo ora, proprio di questo momento. Qualcuno di voi potrebbe osservare, a giusta ragione, che questo periodo sarebbe meglio dimenticarlo in fretta.
Qualcun altro vorrebbe ricordarlo. Vorrebbe non dimenticare la solitudine e la forza che ha trovato dentro di se per affrontare tutto ciò. Vorrebbe che la gratitudine e l’empatia verso l’altro restasse. Vorrebbe non dimenticare le persone perse.
Basta una scatola da scarpe colorata o arricchita da fogli incollati sopra; per realizzare dei diari di disegno per i vostri figli bastano 4 fogli A4 piegati a metà e spillati. Potrete renderlo bello legando un bel filo di lana intorno ad esso.
L’importante è che rendiate il momento solenne, importante e significativo.
E magari potreste condividere con noi le vostre scatole mandandoci qualche scatto dei vostri ricordi.